I Consigli di Nino:
coltivare in vaso 

Rosai sui terrazzi

Sole e vento sono utili allo sviluppo e alla rifiorenza dei rosai. Il primo è fondamentale per i rosai. Il secondo può solo causare danni fisici ai rami e alle foglie quando fosse troppo violento; però l’aria in movimento è utile alla fitosanità dei rosai ed esalta la loro rusticità. Nei siti molto esposti al sole, l’elemento limitante è sempre l’acqua.
La carenza di acqua a livello radicale e la mancanza di umidità nell’aria sono accentuati sui terrazzi dove vi sono poche piante e il riverbero del pavimento contribuisce a peggiorare la situazione. In altre parole, sui terrazzi, non esiste né emissione né accumulo di umidità nell’aria. Inoltre i contenitori (vasi, fioriere, cassette ecc.), essendo essi stessi esposti al sole, cedono rapidamente all’aria attraverso la porosità delle loro pareti, una grande percentuale dell’acqua destinata ai rosai. Le pareti dei materiali porosi consentono, infatti, la fuoriuscita di ingenti volumi d’acqua dal substrato in essi contenuto, per effetto dell’esposizione ai raggi solari. Tale dispersione è invisibile ma provoca seri danni all’apparato radicale, danni accentuati dalla concomitanza di calore e ventilazione.

Per valutare meglio il suddetto fenomeno bisogna considerare che la stessa traspirazione determina anche una benefica riduzione della temperatura nella fascia di substrato prossimo alle pareti esposte al sole; ciò attrae le giovani radichette. Quando tutta l’acqua contenuta nel terriccio è evaporata, si verifica un brusco e notevole aumento della temperatura sia del manufatto e sia del terriccio a contatto con le pareti dei contenitori. Dato che le radici, in particolar modo quelle giovani, prediligono la stessa fascia perimetrale del substrato, è facile immaginare quale sia il danno che l’apparato radicale subisce per effetto del surriscaldamento oltre che per la “sete”.

Ecco quali possono essere i rimedi:

  • in primo luogo accertarsi che il substrato sia effettivamente molto bagnato;
  • dotare i contenitori di un buon drenaggio sul fondo e di sottovasi nei quali l’acqua deve essere visibile, nel periodo estivo, per un giorno intero ogni due, tre giorni;
  • preferire contenitori in resina con riserva d’acqua, meglio se a doppia parete per evitare alle radici gli stress termici già descritti. Se non si intende rinunciare alla terracotta o ai contenitori in muratura, sarebbe opportuno isolare e rendere impermeabili le loro pareti perimetrali, specialmente quella più esposta ai raggi solari;
  • nel corso dei mesi più caldi possiamo alleviare le sofferenze causate ai nostri rosai dal gran secco, praticando alcune nebulizzazioni su tutta la superficie fogliare. Tali spruzzature sono molto efficaci se si effettuano nelle ore più calde di limpide giornate estive;
  • occorre tenere presente che gli apporti di sali minerali dovranno essere proporzionati al maggiore volume d’acqua necessario ai nostri rosai.

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Scelta del vaso, del terriccio e dei fertilizzanti

Le rose preferiscono la piena terra e non amano essere costrette per lungo tempo in vaso. Tuttavia con i giusti accorgimenti si possono ottenere ottimi risultati anche da rosai coltivati in contenitore.

La capacità volumetrica del vaso dovrà essere proporzionata allo sviluppo che il rosaio prescelto avrà dopo il trapianto:

  • da 3 a 5 litri per le varietà che non superano i 40 cm di altezza
  • da 10 a 12 litri per i cespugli da un metro circa
  • almeno 35 litri (meglio se 50) per le varietà rampicanti.

Anche il materiale in cui è composto il vaso prescelto è importante: se è poroso si suggerisce di impermeabilizzare e isolare il lato esposto al sole per evitare la traspirazione di notevoli quantità di acqua e il brusco surriscaldamento del terriccio a contatto con la parete del vaso stesso. Occorre tener presente che è proprio la fascia perimetrale del terriccio la zona dove le radici si dirigono e si sviluppano maggiormente, spinte dalla loro naturale vocazione ad espandersi a 360° attorno al fusto.

Dopo la scelta della varietà e dell’adeguato contenitore, sarà determinante, per ottenere buoni risultati, la composizione del terriccio. Si raccomanda di non utilizzare terricci a base di compost, come il terriccio universale, e terricci a base di torba nera in quanto nella migliore delle ipotesi causano asfissia radicale e spesso, essendo molto acidi, risultano tossici per l’apparato radicale. Scopri il nostro terriccio d’alta qualità Rosafort in sacchi da 25 litri.

Quando i rosai saranno cresciuti e inizieranno la formazione dei boccioli, sarà utile somministrare a ogni fioritura due, tre concimazioni ricche di fosforo e potassio alla dose di uno – due grammi di fertilizzante in polvere per ogni litro di terriccio contenuto nel vaso. Oppure due ml di fertilizzante liquido per ogni litro di acqua che si utilizzerà per l’irrigazione.

È buona norma utilizzare il fertilizzante solido, meglio se di natura organica come il letame, distribuito sulla superficie del terriccio, in quanto i sali solidi si scioglieranno lentamente e in funzione delle irrigazioni o delle piogge. I fertilizzanti liquidi sono pratici da utilizzare ma dovrebbero essere impiegati costantemente e a piccole dosi. Inoltre in caso di pioggia il loro rapido dilavamento potrebbe determinare scompensi e carenze.
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